lunedì 14 giugno 2010

Una festa sulla terrazza del Mezzogiorno (13062010)


Una festa sulla terrazza del Mezzogiorno


Le lunghe giornate estive sono occasioni propizie per ritrovare le vette e ritemprare lo spirito raggiungendo cime dense di ricordi e motivo di nuovi incontri ed emozioni. Non a caso la montagna si popola: chi vuole provare le cinque cime e svelto riempie l'acqua, chi per la prima volta si muove nel parco e guarda le cime confondendole fra di loro, chi tenta un approccio poco convinto alla topografia e all'orientamento, chi vuole raggiungere la terrazza per esaudire una promessa o festeggiare una ricorrenza: tanti piedi si muovono frenetici o già stanchi, mai domi però, per riempirsi di questa passione chiamata montagna.
Ci muoviamo chè è mattina presto lasciando il caldo e l'afa che attanagliano città e pianure: la quota all'Impiso ci consente di respirare ben altra aria ed i volti sorridenti si allungano sul percorso: siamo in diciotto oggi a voler tentare la vetta del Dolcedorme, l'attico del Mezzogiorno d'Italia, ed a dare sostegno e morale a tre creature sotto il metro e trenta che vogliono raggiungere questa meta: l'obiettivo quindi, più che in altre occasioni, è salire tutti, esserci tutti: ognuno con i propri pensieri, con le proprie forze, ognuno sui suoi passi più o meno grandi: Rocco, Franco; Tonio, Nicola sono solo alcuni nomi ma lo spirito e la voglia di farcela oggi ha un solo nome. La via scelta è la cosidetta normale, senza un motivo particolare, una via che sicuramente è la più calda vista l'esposizione prevalente a Sud: ma oggi niente calcoli, gambe in spalla si va.

Raggiunta la quota 2000 al nevaio sotto il monte Pollino e salutati i primi guardiani loricati, un po' di sguardi verso la valle a Sud e già si cavalca il verde misto alle rocce per superare l'ultima cresta che divide lo sguardo fra noi ed il lungo profilo della bella che dorme: si suda e si fatica ma qualche chiazza di neve ci rinfresca corpo e spirito. Per Luca, il più piccolo della compagnia, oggi è più dura: testa e gambe non sono proprio d'accordo così, superata ormai la Sella Dolcedorme e rinfrancati da un po' di Malevento che oggi è di grande aiuto, rimaniamo indietro con l'aiuto provvidenziale di Giovanni e delle sue noci magiche che ridonano energia alle piccole gambine.
La timpa di Valle Piana ci guarda dall'alto e nasconde per qualche passo ancora l'ultima mole della lunga cresta: superata anche la timpa il gioco degli indovinelli e le canzoni di qualche cantautore si rivelano provvidenziali per allontanare la fatica degli ultimi sforzi: la sagoma di Stephan con la sua maglietta rossa e poi quella di Enzo ci appaiono già in vetta mentre gli altri della compagnia sono sparpagliati lungo l'ultima salita: ormai Luca sente che è fatta ed il ritmo scandito dalle canzoni di De Andrè e Bennato lo dimostra: quanto fiato in questi polmoni di sei anni appena!


 
Ci gustiamo guardando a Sud un fianco di montagna pieno di loricati e ringrazio dentro di me Giovanni per questa bella ultima salita, una salita a tre. Ma le sorprese non sono finite anzi sono ancora da venire: alzo la testa e ad una cinquantina di metri vedo una sagoma amica che non è partita con noi dall'Impiso: sorpreso guardo meglio e aguzzo gli occhi appannati da luce e sudore: non è solo una la sagoma amica ma ben due! Una maglietta verde ed una viola, i colori più belli della giornata: Imma e Salvatore, che bello! Li vedo salutare Giovanna che oggi raggiunge anche lei per la prima volta, questa vetta. Penso così che quindi c'è anche il CAI di Castrovillari in vetta così come avevo letto dai programmi. Lo comunico a Luca che sembra così, in un attimo, aver smaltito tutta la fatica ed accelera per superarci e raggiungere subito chi lo attende per salutarlo: per ultimo arranco sull'ultimo pezzo di salita prima della cresta di sommità: un abbraccio e parole affettuose mi riempiono il cuore di felicità: mai come oggi questa montagna è così rigogliosa di gioia.
Raggiunta la vetta vedo altri volti amici: Gerardo, mi cerca e mi accoglie e ci presentiamo: dopo esserci solo conosciuti al telefono finalmente possiamo stringerci la mano e scambiarci un abbraccio; raggiungo velocemente Mimmo Pace che vedo sul cumulo di pietre che segna la cima: così come Gerardo non avevo ancora conosciuto nonostante la sua gentilezza di mandarmi copia di un suo libro, unico per taglio ed immagini raccolte, che racconta la storia di queste montagne "I Pionieri del Pollino": scambiare qualche parola con chi questa storia l'ha vissuta già in altri tempi -quando le montagne si calcavano spesso con miseri mezzi e pochi viveri, alimentati solo dalla passione profonda- è stato per me un onore grandissimo: scambiarle qui su questa vetta una cosa indimenticabile.
I piccolissimi firmano e lasciano commenti sul nuovo libro di vetta che Eugenio Iannelli, altra conoscenza telefonica di squisita gentilezza che oggi si concretizza in conoscenza di persona, si occupa di posizionare e rendere disponibile a tutti: siamo in 60 oggi su questa terrazza: 42 del CAI di Castrovillari saliti dal crestone dei Loricati (1400 metri di dislivello e fatica ma godendo di panorami superbi e meravigliosi) e 18 di noi venuti dal versante lucano, un incontro bellissimo in una terrazza in festa.
Ma sono le 14,00 circa, tocca sbrigarsi: alle 14,06 in punto bisogna festeggiare una bimba, Sofia, che ha camminato da grande escursionista per raggiungere questa vetta il giorno del suo compleanno: tirata fuori una piccola torta, una torta da montagna direi, ed una candelina col numero otto fra foto ed il rituale "Tanti Auguri a te" che oggi assume un suono particolare a questa quota, "facciamo i complimenti" per questa giornata festeggiata in questo modo.
Qualche altro minuto di meritato riposo, qualche altra chiacchiera con chi si conosce e si apprezza per via dei Blog sulla montagna (Luigi, Roberto, sono solo due nomi che ricordo di tanti con cui qualche stretta di mano ed qualche sorriso si è scambiato) e poi tocca rimettersi in cammino: per quanto belli questi posti si godono con estremi e lunghi sacrifici ma per pochi minuti: salutiamo a malincuore tutti questi amici e iniziamo il lungo e faticoso percorso in discesa. Al passo della Timpa di Valle Piana (credo si chiami così) un piccolo nevaio che si affacia sulla Fossa del Lupo ci regala la soddisfazione di giocare con l'ultima neve: qualche palla bianca e fresca raggiunge l'obiettivo, qualche altra si perde sulle rocce ma la gioia di esserci è la vera protagonista.
I passi svelti e lunghi dei più allenati raggiungono il bordo del Canale di Malevento e ci aspettano: il ritorno lo facciamo per una via più fresca, sotto la spalla Nord del Pollino: la Fonte di Rummo non è mai stata così bella: tanti escursionisti stanchi oggi si ritrovano a questa fonte a dissetarsi, ad esprimere gioia e soddisfazione per i luoghi vissuti e quanto visto di straordinario. Siamo alla radura alta del Vacquarro e gli entusiasmi della mattina ora sono parole pacate sul finir del giorno e delle bellissime ore vissute: grazie a tutti, compagni di viaggio, è stata una giornata favolosa.

Alla prossima



3 commenti:

  1. Complimenti per la bella salita alla "Bella che dorme" (forse sarà il titolo di un prossimo post),ma sopratutto ai 42 miei colleghi caisti che hanno affrontato la "Sud" con questo caldo.
    Be!...quando c'è Mimmo Pace nei paraggi niente è impossibile.
    Un caro saluto.

    RispondiElimina
  2. Sul video:
    ad un amico una volta dissi che in una escursione preferirei lasciare lo zaino e non la mia macchina fotografica,la mitica "scatola nera" compagna di viaggio e di mille avventure che in 5 anni ha scattato ben 10.000 foto.
    Salutoni.

    RispondiElimina
  3. Beh, in questa incredibile gornata di montagna, ho riflettuto molto sulle imprese delle persone. Il Dolcedorme è da sempre un luogo di grandi sorprese dove le amicizie e le soddisfazioni personali, affluiscono verso un crocevia di emozioni diverse. Al centro di questo scenario c'eravamo noi e per l'ennesima volta ho sentito la vita che fioriva in me.
    Un forte abbraccio
    Salvatore & Imma

    RispondiElimina