venerdì 22 ottobre 2010

Fra i profumi d'autunno (Duglia 17102010)







Fra i profumi d'autunno

Non mi stancherò mai di affermare che ogni essere umano, sia uomo o donna, vecchio o bambino, dovrebbe avere la possibilità di passare almeno una giornata per ogni stagione fra i sentieri di un bosco, magari ad una certa quota. Una giornata passata nel bosco con l'autunno ormai carico dei suoi profumi e dei suoi colori che invadono ogni cosa lo attraversi, è occasione per rinascere semplici e modesti sia verso l'intimità del proprio essere sia verso tutto il resto, occasione di pace e ristoro.
E così per trovare questa "occasione" ci muoviamo sotto la Duglia, nel Pollino, luogo molto caro a molti di noi percorso in tutte le stagioni: credo che ognuno abbia luoghi particolari dove è sempre piacevole ritornare e dove sempre ci sono animi ed atmosfere nuove da riscoprire.


foto di Stephan S.

Qualche goccia di pioggia ha lavato cielo e foglie e l'aria risulta così leggera e piacevole da respirare: meta di oggi, partiti dal lago Duglia è il vecchio tracciato costruito dalla Rueping che sarà il percorso privileggiato per arrivare al Piano Cardone, al Toppo Vuturo e di li affacciarci sul bacino idrografico del Raganello, scenario maestoso e oggi più che mai variopinto che è disegnato dalla Cresta dell'Infinito e dal sottostnate bosco della Fagosa, dalla Serra delle Ciavole e dalle Timpe della Falconara, di San Lorenzo, di Cassano con lo sfondo delle due gobbe del Monte Sèllaro e un po' più a est il lungo crinale del Lago Forano e del monte Sparviere.







Lo spettacolo del bosco è oggi molto caratterizzato dalla presenza di funghi di ogni specie, dai colori e profumi diversi, dal rosso dell'ammanita muscaria (il fungo delle favole, o come dice Luca di Biancaneve) al bianco candido delle vesce ancora non mature e, pertanto, sode e profumate.






Un bel porcino tutto solo ci aspetta (e ci farà lieta la cena) mentre attraversiamo il tracciato ombrato della Rueping dove oggi, purtroppo, ci cammina un fuoristrada di una casa automobilistica russa: i russi sul Pollino e pure motorizzati: sembra che il detto "adda vinì baffone!" si sia concretizzato, solo che proprio nel cuore del Parco del Pollino in piena zona A? 


  
Ora che la nuova strada sotto il Toppo Vuturo, strato di asfalto scuro ed ancora maleodorante di bitume, taglia il vecchio sentiero le macchine saranno più che agevolate per arrivare un giorno fino alla Grande Porta? Nel silenzio del ritorno penso a questa incredibile opera dell'uomo, già denunciata da più di qualcuno e non posso che rammaricarmi anch'io. Nei pressi della fonte Chedichemo alcuni alberi di prugne selvatiche poco più grandi di ciliege ci regalano un po' di sapori passati: ne faccio una bella scorpacciata con Luca che gradisce e pensa a servire gli altri con grande entusiasmo mentre ormai la passeggiata giunge al termine e l'aria del tramonto inizia a regalarci il brivido dei primi freddi.

È andata anche oggi, si ritorna sereni e rigenerati.





Alle prossime


mercoledì 13 ottobre 2010

Sulla cresta delle aquile (Timpa di San Lorenzo 10102010)






Detta così sembrerebbe una escursione di birdwatching: in realtà di aquile nemmeno l'ombra in una giornata bella calda di ottobre, una giornata a base di roccia dura e pareti verticali. Queste ultime però sono quelle da cui sistematicamente ci siamo affacciati per godere di scenari spettacolari e mozzafiato, anche se, per dirla tutta, per il sottoscritto il fiato lo ha mozzato più la salita che lo spettacolo naturale. Si parte da circa 600 metri slm o poco meno e subito il divertimento esalta gli animi: iniziamo ad "arrampicare" in libera con pasaggi tutti di I grado (?), penso, non di più: tuttavia troviamo qualche chiodo lasciato con corda e maglia rapida di chi deve essersi calato in doppia: sicuramnete a questo punto non siamo più in grado di scendere ed il nostro procedere è solo in salita, fino a raggiungere la cresta piuttosto affilata in posizione ideale per vedere la scala del Barile che sta dall'altro lato, sulla Timpa di Cassano, mentre sotto di noi l'ingresso delle Gole del Barile ed il gorgoglio del Raganello limitano il vuoto.

Si procede così sul filo di cresta: inizio ad accusare già segni di cedimento e l'acqua che bevo sembra non essere mai sufficiente: nel veder Giuseppe sempre davanti e mai sudato, al contrario di me che lascio copiose gocce di sudore sulle rocce come fossero una scia di passione, mi rendo conto della mia scarsa preparazione fisica all'alpinismo: i passi si fanno sempre più pesanti così come le braccia sempre più calanti e non siamo ancora a quota 1000! Ora la giornata diventa per me una faticata incredibile per ogni metro conquistato: la mente vuol andare su ma il corpo, zavorra pesante, tende sempre a vacillare verso il basso, cosicchè spesso mi ritrovo seduto a respirare forte: non c'è molto da fare oggi, il respiro quasi inciampa all'unisono con i piedi! Ma si va avanti, non si molla in una giornata dove il cielo sembra esser posato sulla cresta. Gli altri allungano e ormai desisto dal cercare di recuperare e provo a far la mia salita, col mio passo, con i miei pensieri. Rocco è con me, abbiamo le stesse difficoltà ma anche la stessa voglia di raggiungere la cima: ogni tanto ci si sposta sul filo più scoperto della cresta a respirare questi spazi incredibili sotto di noi. Così dopo 4 ore scarse di salita ecco che ci siamo, raggiungiamo gli altri seduti nei pressi del cumulo di pietre che segna il punto più alto di questa mole rocciosa chiamata Timpa di San Lorenzo: anche oggi una preghierina ed un ringraziamento mi passano per la testa e nel cuore: questa montagna così faticosa, al contrario del futile, fa vedere tutto sotto un'altra luce e la soddisfazione di non aver mollato anche se "spezzato fisicamente" spinge i pensieri a ringraziare per esserci riuscito anche questa volta. 


Veloce foto di gruppo e via verso la discesa, altra brutta bestia da tenere sotto controllo cercando di mantenere le gambe che ormai non hanno padrone, come sembrano dimostrare un paio di "sedute non volute" sulle pietre sdrucciolevoli. Ma dopo due ore abbondanti anche la terribile discesa è fatta ed ora guardiamo con soddisfazione, ed una certa incredulità, il percorso sviluppato: non mi sembra vero, a guardare alcuni tratti del percorso, che qualche ora prima si era attaccati mani e piedi ai ripidi pendii: l'ultima passeggiata sulla strada che ci porta alle auto è quasi uno sgranchirsi mentre penso a quello che sarà domani il mio corpo dolente. Poco importa, l'anima anche oggi ha vissuto momenti magici, irripetibili e di serenità e questa sensazione di pienezza interiore cancella sempre ogni fatica.
Un ringraziamento a tutti per questa giornata, a master G. per aver guidato sapientemente ed atteso lungo il percorso, alla montagna per averci regalato ore liete ed averci accolto anche oggi.

    

                    







    Alla prossima



Alcune delle foto sono di Angelo B. e Stephan S.; i dettagli IGM e profilo altimetrico sono stati elaborati da Stephan S.