mercoledì 1 settembre 2010

Oltre il tramonto (notturna del 28082010)

Bisognava cogliere, senza pensarci troppo, l'occasione di questi bagliori di luna estiva già calante e prendere al volo l'opportunità offerta da queste ultime calde giornate di agosto in cielo sereno, senza pensarci troppo, appunto. Così ci ritroviamo appena in tempo a rivivere l'emozione del tramonto dalla Cresta della Madonna del Pollino, li dove comincia il sentiero delle rocce, oggi illuminate di rosso: una corsa con gli amici di sempre per andare incontro alle ultime sere calde di agosto e dell'estate che sta per finire; anche questa notturna sembrava essere destinata al mondo dei sogni come capita quando una serie di impegni e di contrattempi ti impone di rimanre schiavo della città in cui si vive: ma questa volta un po' di caparbietà e di sana convinzione ci fanno ritrovare, a 1500 metri più o meno, ad aspettare il tramonto e qualche altro amico che si disimpegna dal lavoro dopo le venti e parte più tardi per raggiungerci: così alle 22,30 o poco oltre ci mettiamo in cammino con la luna già bianca, luminosa ed alta all'orizzonte. Le valli sotto di noi sembrano quasi sigillate da una coperta di afa che da quassù risplende come una coltre magica sotto gli ultimi raggi di sole. Ci siamo, finalmente anche quest'anno è il momento di esser "fuori da tutto" e ci si mette in marcia: come meta è fissata la Serra delle Ciavole dove poter vedere l'alba spaziando con lo sguardo fra mare e montagne.

La terra è calda così come l'aria che ci circonda: sottili folate di vento quasi arso dalla calura estiva ci carezzano corpo e anima mentre la luna nel bosco è sempre visibile fra le foglie dei faggi: la marcia prosegue spedita e Alessandro, che tanto ha desiderato questa escursione nella notte, si muove veloce e senza un lamento, come fosse un adulto esperto: da solo trasporta il suo zaino, il suo sacco a pelo ed il suo necessario equipaggiamento per la montagna e per la notte.

In meno di un'ora tramite bosco e Fosso Iannace siamo al "Piano dei Grilli", come dicono i moranesi: qui troviamo accampati alcuni escursionisti che già dormono nelle loro tende e nei loro sacchi. La luna illumina la Serra di Crispo e la "Timpa del Ladro" risplende con le sue rocce: siamo catturati d'un tratto dal "riso" di una o più volpi: Franco ci fa notare come questa caratteristica distingua il verso delle volpi ma oltre il sonoro nessun incontro nonostante le frontali siano sostanzialmente spente: la luna è un faro che guida i nostri passi ed è sufficiente al cammino.

Siamo a dissetarci ora alla pitt' accurc' (non ho ancora capito cosa questo nome indichi con precisione) di acque sempre fresche e abbondanti nonostante la terra sia molto asciutta: passata la mezzanotte le braccia di Zu Peppu (sempre per dirla come i moranesi), fantasma bianco nella notte, ci accolgono prima di un bivacco di poche ore, quelle poche ore che ci separano dall'alba e dal desiderio di rivedere ancora un'altra alba sulle cime.

Mi attardo un po' rispetto agli altri ad infilarmi nel sacco a pelo: il vento sottile inizia a farsi un po' più fresco ma ho voglia di fissare gli attimi provando, con scarso successo, alcune foto sotto la luna. Mi distendo ma con lo sguardo fisso le stelle, non conosco nessuna costellazione ma mi piace guardare nelle stelle i miei pensieri, provare a decantarli nel sereno della montagna. Le mucche un po' più in basso continuano a scampanellare e così il sonno stenta ad arrivare: penso a coloro che avrebbero potuto o voluto essere qui stasera e che una serie di imprevisti lo hanno impedito, penso a coloro che ora stanno per uscire da qualche rifugio per tentare una cima tanto attesa, penso a coloro che non hanno mai respirato queste sensazioni e continuano ad essere schiavi di insane abitudini nell'afa delle città. Rifletto e questo pensare mi da un sollievo mentre gioisco per esserci ritrovati qui un'altra volta, come ogni anno con gli amici di sempre, per vivere emozioni che non riesco a sentire in altri luoghi più confortevoli o solo più conformi alla vita di oggi.

La fatica che genera la montagna, le sensazioni nel respiro, nellle gambe e nel corpo in genere sono motivo di orgoglio e di sentimenti positivi per noi che abbiamo e sfruttiamo questa possibilità di sentirci parte del creato.

Mi sveglio alle parole di chi richiama alla sveglia perchè l'alba si avvicina: sono appena pasate le 4 e trenta ed iniziamo a mettreci in movimento: tutto tace mentre sulla spalla ovest della Serra delle Ciavole attraversiamo zaino in spalla il regno dei loricati: Io, Ale e Nicola ci attardiamo di qualche metro più in basso con passo più lento,  mentre Rocco,:Franco ed Enzo sono un po' più su; gli ultimi metri sono un po' duri per Alessandro, anche un po' di sonnolenza dice la sua, ma la comparsa delle prime luci sulla cresta sono linfa per nuovo entusiasmo: ci siamo, siamo in cresta coperti e riparati alla meglio da qualche sostanziosa folata di vento freddo, ma siamo così lieti di essere qui a guardare i colori dell'alba ed a goderci il panorama segnato dal sottile filo che divide la terra dal mare. La costa è visibile perfettamente, non c'è foschia ad Est e dal Golfo di Taranto fin oltre la Piana di Sibari tutto è sotto i nostri occhi mentre il sole pian piano sorge, uscendo dal mare.

I nostri silenzi sono rotti da piccole osservazioni e curiosità: il sole è ormai sorto ed una immancabile foto di gruppo con autoscatto suggella questa giornata e  segna l'inizio della discesa: nel giro di una mezz'ora siamo nuovamente ai piani e tutti concordiamo per una pennichella al sole che sta invadendo il prato del Giardino degli Dei, giaciglio comodissimo e mai caldo come oggi per i nostri corpi sonnolenti.

Dopo un po' qualcuno si muove per fotografare l'impossibile: mago Dersu è così, mai domo, e con Alessandro si muove a sentire il canto degli uccelli lontano dai cinghiali che dormono sull'erba!

Fantastica questa montagna, questa natura, questa nostra terra: oggi la vita ci ha regalato tanta serenità con piccole cose, un tramonto, nuvole che sembrano mari, luna e creste illuminate: anche quest'anno chiudiamo in bellezza l'estate con la notturna estiva: felice mi avvio sui passi del ritorno sperando di riviverla ancora questa montagna, così come oggi, oltre il tramonto.





 


































1 commento:

  1. Ogni alba ,inizio tangibile d’un altro giorno in quest’universo è segno di vita e di nuove speranze… e di nuovi sogni che s’infittiscono nella notte per poi risplendere nella luce d’un dì nuovo !!! e sapere che a questo mondo c’è chi arrivava in cima ai propri sogni per godere del nascere d’una nuova luce Ci tranquillizza e Ci dà pace….
    ....suggestiva la descrizione… C’è sembrato per un attimo d’aver camminato con voi ….un bacio grandissimo ad Alessandro ed agli altri due “cuccioli di montagna “speriamo di rivedervi presto ….ovviamente il 19 sarete dei nostri !!!!!!un abbraccio a tutti …………
    Imma e Salvatore

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