Gran Sasso e Majella:
due giorni da urlo!
(... soprattutto per le articolazioni ...)
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21 agosto 2009: CORNO GRANDE
(vetta occidentale per la via normale escursionistica)
Risveglio: alba dall'ostello dai vetri sporchi o appannati
una corsa giù a godersi lo spettacolo (a 2130 mslm)
Forza in cammino, il sole è alto!
la vetta ancora in ombra
il sole dietro la cima fa capolino
veduta del Corno Piccolo
ultimi sforzi prima della cresta
mettiamo un po' le mani sulla roccia
ghiacciaio del Calderone e in alto la vetta occidentale del Corno Grande (siamo sulla cresta e c'è già traffico in cima!)
Stephan mi indica il bivacco Bafile, forse pensando alle prossime uscite?
già, panorama a 360 gradi
e programmi infiniti da fare per prossime escursioni
gioia e soddisfazione in cima (è fatta!)
gruppo Corno Grande
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22 agosto 2009: MONTE AMARO (dal Blockhaus)
La Majella al risveglio: il sole illumina solo le cime
verso Scrima Cavallo
il muro (psicologico) del Focalone
la vista di un puntino rosso sblocca le gambe
(... e la testa soprattutto)
Focalone fase due (il muro è passato)
il duro momento delle scelte:
forza proviamoci, non è poi così lontano!
il Focalone
uno sguardo indietro ai due portoni attraversati
in vista della cima
uno sguardo indietro ai tre portoni
Monte Amaro
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Stelle Alpine appenniniche:
per fortuna ci son loro ad allietare anima e corpo
sulla lunga via del ritorno
il percorso sembra non finire mai
Sassifraghe: per fortuna, in quest'arsura ci sono i fiori
adesso si scende dalla sinistra del Focalone:
via la stanchezza, occhio e passo sicuro!
quanto sfasciume: occhio!
le gambe stanche fan brutti scherzi.
ma oramai si scende dal Muro (alias Focalone):
adesso il percorso ritorna in vista e la meta più vicina.
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Un'escursione estenuante che mette a dura prova testa e articolazioni:
paesaggio molto particolare, bellissimo in certi momenti e angosciante in altri,
quei momenti quando ci si chiede se ne valga la pena; momenti in cui la costanza, la pazienza, la sofferenza, la durezza del cammino condizionano le scelte, quelle scelte che determinano la natura, l'essenza stessa del cammino.
Possiamo decidere di fermarci, di tornare indietro, di cercare la meta nella sua complessità, nella sofferenza ma anche nella gioia dell'arrivo, nella difficoltà del ritorno e della discesa.
Una cosa è certa: non si ritorna vuoti da questa emozionante traversata della Majella che lascia il tempo per incontare e capire, soprattutto se stessi.
Domani la stanchezza sarà passata, il ricordo rimarrà per sempre.
Grazie compagni di viaggio, alla prossima!
Molto ma molto bello !!!
RispondiEliminaCome al solito io qui a rimpiangere di non essere stato dei vostri.
Bravi ancora, come al solito io dovrò seguirvi alla seconda che farete ovviamente per consolarmi ;-)
Ciao Mario
tranquillo Mario ...
RispondiEliminace ne sono ancora tante da fare in Abruzzo e anche oltre e vedrai che ci rifaremo (... le gambe!)