... penso a tutti quelli che avrebbero potuto esserci e non ci sono, me ne dispiaccio tanto, sarebbe stato bello nutrirsi di volti stanchi ma radiosi quando vivono un'emozione unica e profonda, di quelle che non scordi e riponi nelle profondità dell'animo da dove ritornano per rinfrancare il peso del quotidiano ...
Pochi minuti ci bastano per inforcare le ciaspole e muoversi lungo la forestale che porta al piano Iannace e poi ancora più su: il manto si sta sciogliendo e questo ci rammarica, pensiamo che l'inverno sia quasi finito e la visione delle montagne con poca neve diventa una constatazione un po' amara: un vento caldo di libeccio spira di tanto in tanto fra gli alberi e ci accarezza, parliamo poco e portiamo una distanza di una trentina di metri l'uno dall'altro ognuno in meditazione nei propri pensieri ma in comunicazione con lo sguardo: la gioia di stare a trascinare passi pesanti su questa neve molle, tuttavia, è nell'aria e siamo felici di essere qui anche se il cielo bigio sembra proprio non volerci regalare un po' di azzurro quest'anno, almeno nei fine settimana. Superiamo velocemente il piano di San Francesco con i suoi grandi abeti e ci scambiamo un po' di viveri , zuccheri necessari oggi a vincere questi passi pesanti: man mano la neve è un po' più solida e perlomeno la strada forestale ci evita zig-zag fra gli alberi piegati. Siamo al Piano Iannace ed i volti iniziano ad emanare radiazioni positive, di appagamento: il cielo sembra aprirsi ed il vento sembra suggerirci che ci sarà l'azzurro. La cresta della Serra di Crispo è in contrasto con il grigio ma mago Dersu mi fa vedere che ad ovest verso il monte Alpi ed il gruppo del Sirino è pulito: siamo circondati dal bianco e dalle vette, contrastate e nitide nei loro profili: qualche foto nel vento e via di nuovo verso l'alto: i corpi sono ora caldi il peso dei passi è in armonia con mente e corpo e ogni cosa intorno è sollievo. Così siamo alla Pitt a curc che come la Spezzavummola domenica scorsa è sotto il livello dei nostri piedi di un paio di metri: ormai siamo certi di raggiungere la Grande Porta e che il sole tra un po' apparirà lasciandoci godere il bianco contrastato nell'azzurro.
Così è, e lo spettacolo di vederci tutte le cinque cime dai Piani di Pollino oggi ripaga ampiamente la fatica fatta per arrivarci: spingo i miei passi più velocemente fino a Zi Peppe per scrutare la Serra delle Ciavole: il pensiero mi spinge ad inforcare i ramponi (forse nemmeno necessari) e provare a salire sotto i loricati ma "Lupoliva" mi capisce e mi distoglie il pensiero sottolineando che oggi le gambe sono già pesanti ed è meglio godersi il sole, osservare i profili e gironzolare un po' come non ci capita da molto, senza fretta come se fossimo qui ad aspettare qualcuno: così fra fichi secchi e cioccolata ci godiamo questo primo sole caldo a 2000 metri e ci dilettiamo a scattare foto, consapevoli comunque di non poter portare tutta questa "serena immensità" con noi al ritorno ma solo testimonianze di questa giornata favolosa.
Così gironzolando scopriamo che sulla Serretta, sotto una cornice di neve, qualcuno ha scavato una grossa caverna, forse una decina di metri quadri dove avrà bivaccato: penso all'immagine del libro di Giorgio Braschi ed alla curiosità che sempre ha destato quella foto ed oggi mi trovo qui a vederla dal vivo: purtroppo il caldo odierno sta già sciogliendo gli strati superiori e nella grotta incomincia a gocciolare un po': complimenti a chi ha portato avanti questa impresa e averci consentito di conoscere questa novità. Ormai è ora di scendere, in montagna si parte presto e si torna presto, la neve, ormai una poltiglia, una "pappetta", lucente al sole è pesante sotto i passi: la strada del ritorno in più punti mostra chiazze di terra che non erano presenti all'andata e tutti speriamo che possa in qualche modo ritornare un po' di freddo e di neve a consolidare per un altro po' di giorni il manto candido che oggi ci ha ospitato: il sole, che oggi ha dato un po' di colore ai nostri visi pallidi, basso fra i rami dei faggi ci saluta e ci rimanda a nuove faticose sortite in questa terra meravigliosa.
Più indietro anche il monte Cervati è visibile
tre... un numero perfetto per un'escursione tra amici. mitico il tuo amico con la barba, sembra un trapper delle rocky mountains. avete beccato una bella giornata... belle foto e bell'escursione in uno dei versanti del pollino a cui sono maggiormente legato..
RispondiEliminaIndio
Le tue osservazioni non possono che farmi piacere,ma in modo particolare fanno bene alla nostra terra.Contribuiamo a svelarne tutti i suoi angoli reconditi.
RispondiEliminaA presto...Master